Dall’aria all’acqua, senza fiato: le Sirene sono le anime che non hanno pace, vivono nel mare ma hanno i polmoni, cercano di respirare, ma sanno che sono condannate a restare sospese tra nubi e fluidità.

 

“Sirens”

terracotta, alluminio e luce

200x40x200 cm

 

La sirena che si è voluta rappresentare con quest’opera, non è l’animale mitologico con il corpo di donna e la coda di pesce, bensì uno stato d’animo: un sentirsi al confine del proprio mondo, alla ricerca di una dimensione di fuga verso la quale dibattersi, cercando di respirare una nuova aria. L’idea dell’insieme si forma nello spettatore che senza rendersene conto associa il busto di donna, il dorso di pesce ed il gabbiano in picchiata e ricrea mentalmente l’immagine della composizione. Immersa in un’onda gelida del mare nero che la imprigiona la sirena si sdoppia incarnando le due diverse reazioni al proprio disagio: la disperazione per un destino che ritiene immutabile, mentre con uno sforzo estremo cerca di respirare l’aria con i polmoni che non ha; e la rabbia, trattenuta tra le membra contratte e scatenata nello sguardo verso ciò che desidera e non può avere, verso l’universo che non riesce a raggiungere.

Dal centro della composizione, dove la luce della ragione rappresentata dai faretti si fa più debole, i compagni delle sirene sembrano suggerire un terzo modo di affrontare la vita: i pesci ed i gabbiani con la loro istintività varcano i confini della superficie dell’acqua per rituffarsi nella brezza dell’aria senza sofferenza, quasi ad indicare la via di un’esistenza meno tormentata dal dubbio dell’intelletto. Questa scultura complessa è composta da quattro teli di alluminio anodizzato nero, piegato e non saldato né avvitato, per i quali è stato progettato appositamente un sistema di cerniere a scomparsa capaci di garantire stabilità all’insieme e flessibilità di montaggio. Infatti, i teli possono essere inclinati in vario modo ed inoltre possono essere montati anche a coppie. 

 

La sirena disperata non cerca aria, la butta fuori. Sale in superficie per urlare ma la solitudine non ha voce e così la sua bocca si spegne come un’onda su di una spiaggia deserta.

La sirena non incarna un mito ma un sentimento. La sirena è una tentazione, un inganno, è una verità squamosa che sa sparire negli abissi se inseguita. La sirena è un sentimento preciso in un corpo incerto.

Tu hai un punto in cui si concentra tutto il tuo peso, lo sguardo. I tuoi occhi sono un condensato di profondità, quella che hai sepolto dentro e che nessuno porta alla luce. Non sono occhi tristi, né arrabbiati, né seri. Sono montagne. Sono piantati a fondo, sono inamovibili. Potrei camminarci sopra, reggerebbero molti come me.

 

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